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Diario

Destinati ad essere dominati dai robot? (Parte II)

31 Luglio 2016

Riprendiamo in questo secondo post il tema della Scuola del Futuro.

 

È quindi fondamentale che il mondo della Scuola si ponga seri interrogativi e tenga sotto controllo questi fenomeni.

 

Per concludere, vorrei offrire alla riflessione alcune raccomandazioni per costruire la Scuola del Futuro:

 

1) Le tecnologie elimineranno molti lavori e sarà quindi necessario puntare sulla specializzazione e sui cosiddetti soft skills.

 

2) Le tecnologie saranno e debbono essere al centro del modo di insegnare, rivoluzionando il modo in cui si interagisce con gli studenti.

 

Occorre introdurre metodologie di insegnamento online, ma anche alternare l'insegnamento online con momenti di ritrovo, creando poli di interazione, proprio come auspicato dalla Generazione Y.

 

D'altronde, i MOOC (Massive Open Online Courses) sono stati ideati già qualche fa.  Con il termine MOOC si designano infatti i corsi online "aperti" pensati per una formazione a distanza che coinvolga un numero elevato di utenti.  I partecipanti ai corsi provengono da varie aree geografiche e accedono ai contenuti unicamente via web.  L'accesso ai corsi non richiede il pagamento di una tassa di iscrizione per accedere ai materiali del corso.

 

Wikipedia ci dice che l'acronimo MOOC è stato utilizzato per la prima volta nel 2008 nel corso "Connectivism and Connective Knowledge". I corsi MOOC si sono diffusi su scala mondiale a partire dall'autunno 2011.  Proprio nell'autunno di quell'anno, la Stanford University, particolarmente attiva anche in questo settore, aveva erogato gratuitamente un corso post laurea di intelligenza artificiale al quale si sono iscritti circa 160.000 studenti provenienti da 190 paesi.

 

3) La formazione dovrà essere intesa come continuo aggiornamento.

 

4) Se avere forti radici si rivelerà sicuramente un fattore importante di stabilità a livello personale, dovremo anche abituare i nostri giovani a sradicarsi, tramite frequenti spostamenti.  Al riguardo, mi piace citare la metafora del trasloco, come esperienza "distruttiva", ma portatrice di nuovi legami.  I nostri giovani dovranno essere pronti a traslocare: traslocare non significa fare turismo, ma invece immergersi in nuove culture.  Queste esperienze diverranno fondamentali sia per diventare cittadini del mondo globale, che per apprendere anche sul piano emozionale.

 

5) Non ultimo, sarà decisivo creare una forte alleanza tra la Scuola e le Aziende, che costituisce uno dei primari punti di forza dei sistemi educativi tedesco e americano (vedasi post sulla mia visita alla Silicon Valley).  Si tratta di creare un circolo virtuoso, con positive influenze reciproche da parte di questi due mondi che purtroppo in Italia - a parte rare eccezioni - sembrano ancora progredire su due piani paralleli.

 

Per "inventare" il futuro dell'apprendimento, è sconsigliabile l'approccio Big Bang.  Sarà invece opportuno lanciare numerosi "Progetti pilota", finalizzati a sperimentare nuove idee, con la possibilità di imparare dagli errori, prima di procedere con implementazioni a tutto campo.

 

Certo, non si tratta di rivoluzionare tutto da domani, ma neanche di rinviare questa trasformazione, nella speranza che altri si occupino di questa sfida, fondamentale per le generazioni future.

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